Caro-vita, incertezza economica, che impattano dalle vendite nei negozi fino al comparto alimentare. I consumi natalizi sono in calo e i dati parlano chiaro. In generale, a Natale la spesa dei trentini è scesa del 5% in un periodo dell’anno in cui, solitamente, le spese tendono invece ad alzarsi ed anzi, le persone sperano anche di potersi concedere qualche libertà in più. Calano tutti i settori, compreso come detto anche quello alimentare. E non è tutto, perché permangono le difficoltà anche nel reperimento della manodopera, problema che interessa trasversalmente ormai ogni comparto. Una dinamica su cui il presidente dei dettaglianti alimentari trentini, Nicola Ribaga, si è espresso chiaramente e con riferimento al post-pandemia: le persone ora si approcciano al lavoro in modo diverso, preferendo orari stabili e ricercando una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e famigliare. Ecco allora che l’appello è chiaro: va ripensato il modello della grande distribuzione e va perfezionato ulteriormente il dialogo e il lavoro all’interno delle scuole. Nel frattempo, il trend è chiaro: la voglia di spendere c’è, ma sempre con un occhio al portafogli.