“Non è stata fatta giustizia per il nostro Andrea, non possiamo accettarlo per noi questa sentenza è una pugnalata”. Questo l’amaro commento di Carlo Papi, all’indomani dell’archiviazione della denuncia della famiglia di Andrea Papi depositata in seguito all'uccisione del loro figlio 26enne da parte dell'orsa Jj4, avvenuta in Val di Sole il 5 aprile del 2023. Il gip Enrico Borrelli archivia il fascicolo per omicidio colposo. Il presidente Fugatti è scagionato assieme al sindaco di Caldes anche lui citato in giudizio. Secondo l’ordinanza "non emerge una condotta omissiva colposa". Carlo Papi non si dà pace, così come gli altri componenti della famiglia, e sottolinea: “seppur la giustizia non riporterà indietro nostro figlio, non ci meritavamo un’altra ingiustizia, speravamo in ogni caso di arrivare quanto meno al processo”. “La sentenza esclude, anche in ambito penale, che Andrea abbia avuto una minima responsabilità in quanto accaduto” – scrivono i legali della famiglia in una nota. Invero il percorso di Andrea rientrava nell’ordinario uso della montagna. Nessun “fuori-pista” insomma da parte di Andrea, in quel bosco vicino a casa stava percorrendo la strada forestale, una strada battuta che l’orso non disdice anzi. Insomma se il caso Papi sembra penalmente archiviato, la questione convivenza tra uomo e grandi predatori, rimane un caso aperto. Se ne parlerà il prossimo 26 febbraio in Senato a Roma, dove l’onorevole Pietro Patton riceverà una delegazione del ‘Comitato Insieme per Andrea Papi’ assieme ad alcuni rappresentanti delle valli interessate dalla consultazione popolare contro la presenza di plantigradi e lupi sul territorio, che in questa sede presenteranno i dati emersi. All’incontro, il grande assente sarà Carlo Papi che dopo l’amara delusione preferisce non presenziare al confronto che ha come obiettivo quello di portare a Roma la questione trentina.