La presenza delle donne detenute nelle carceri italiane si attesta da molti anni poco sopra il 4% del totale della popolazione detenuta. Secondo i dati forniti dall'avvocato Fabio Valcanover, promotore dell'iniziativa, attualmente nel carcere di Trento vi sono 371 detenuti, di cui 325 uomini e 46 donne. Numeri bassi non possono significare bassa attenzione, ecco perché una delegazione di esponenti politici del centrosinistra, su proposta dell'avvocato Fabio Valcanover, ha fatto visita alla sezione femminile del carcere di Spini di Gardolo. “Un percorso iniziato nelle scorse settimane per promuovere la concretizzazione di percorsi educativi e alternativi alla detenzione che continua “, spiega il consigliere provinciale di Campobase Francesco Valduga. Come per gli uomini, le donne che entrano in carcere sono segnate da un contesto di grave marginalità sociale. “Serve un’opportunità di reinserimento in più”. La parlamentare Sara Ferrari cita l’articolo 21, che prevede anche la possibilità di prevedere lavoro all’esterno della struttura. La lotta al sovraffollamento passa anche dal concetto di reintegro sociale e la dimensione professionale può condurre alla rieducazione degli individui, finalità ultima delle misure detentive. Il consigliere provinciale del partito democratico Andrea De Bertolini ha sottolineato: “l’occasione potrebbe essere il progetto di creare una pizzeria dei detenuti che nasce su proposta del procuratore di Trento, Sandro Raimondi. Un luogo di passaggio temporaneo. La vera sfida sarà creare rete autorevole e qualificante, in grado di permettere la riuscita del progetto educativo".