La scelta da parte di Claudio Cia di occupare il proprio assessorato provinciale ha creato un vero e proprio terremoto all’interno di Fratelli d’Italia. Ribadendo più volte le necessità che i patti con la Lega vengano rispettati, il commissario dei meloniani Alessandro Urzì, in una nota, ha comunque sottolineato che “Il gruppo è unito nella sua totalità, nonostante le decisioni unilaterali dell’assessore Cia di mantenere la propria poltrona”. Tuttavia, “La nomina non era stata concordata e quindi non doveva essere assunta – ha rincarato Urzì – per rispetto dell’assetto dell’intero partito invece che del solo proprio vantaggio personale. Di questo si parlerà a tempo debito. Noi siamo pronti ad assumerci le nostre piene responsabilità – ha aggiunto il commissario del partito – ed anche il consigliere Cia che, nonostante il disordine delle sue dichiarazioni dettate da forte emotività incontenibile, che non giustifica ma spiega la spasmodica difesa della propria poltrona, ha ribadito di appartenere a Fratelli D’Italia, che quindi conta come all’inizio della legislatura cinque consiglieri come la Lega, più di tutti gli altri gruppi politici della maggioranza”. Ed all’interno di questo caotico scenario, anche i consiglieri Carlo Daldoss e Christian Girardi hanno chiarito la loro posizione: “Il partito, tramite l’onorevole Urzì, sta portando avanti una trattativa nel rispetto degli accordi pre-elettorali, per dare al Trentino un governo forte e ottenere il giusto riconoscimento nel ruolo di Fratelli d’Italia”. Dal canto suo, Cia incassa ma rispedisce subito al mittente le accuse di Urzì, dichiarando di avere ben chiara la situazione in cui si trova. “Solo il presidente Fugatti può togliermi le deleghe – conclude, – certamente non Urzì che fino ad ora mi ha già umiliato abbastanza. Ora basta, sono qui per lavorare, la mia dignità vale più dell’appartenenza ad un partito”.