Andando più nel dettaglio, il primo dei quattro referendum sul lavoro chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act. Il secondo chiede poi di cancellare il tetto all’indennità nei licenziamenti all’interno delle piccole imprese, ovvero quelle che contano meno di 16 dipendenti. Il terzo quesito punta a modificare le norme sull’utilizzo dei contratti a termine, per ridurre la piaga del precariato. Il quarto propone invece di modificare le quelle norme degli appalti che, nei casi di infortunio, impediscono di estendere le responsabilità all’impresa appaltante. Grosselli, che ha definito l'appuntamento alle urne "una grande sfida per tutti" includendo lavoratori e forze politiche, ha dichiarato come obiettivo l'avvicinarsi a quota 25 milioni di votanti per superare di netto la soglia minima di validità prevista dal quorum (metà degli aventi diritto di voto più uno). Il quinto e ultimo quesito riguarda invece il delicato tema dei diritti dei residenti di origine straniera. Depositato in Cassazione dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, si propone di ridurre da 10 a 5 anni il tempo minimo di residenza in territorio italiano, per l’ottenimento della cittadinanza.