Venerdì 11 Ottobre - 10:20

Nel 2023, la Provincia di Trento ha prodotto un totale di 50.128 tonnellate di rifiuto secco residuo, a cui si aggiungono 5.527 tonnellate di rifiuti ingombranti. I dati sono stati richiesti e diffusi dal Consigliere Cia. La frazione prevalente del rifiuto secco residuo è rappresentata dai tessili sanitari (24,4%), con un aumento rispetto al 2019. Altre componenti rilevanti includono la plastica (15,9%), i rifiuti organici (9,9%) e carta e cartone (10,1%). Nel 2022, la Provincia di Trento ha raggiunto una percentuale di raccolta differenziata pari al 79,7%, un dato vicino all’obiettivo del 80% fissato per il 2028 dal Piano Provinciale di gestione dei rifiuti. A seguito della chiusura della discarica di Monclassico nel 2022, l’intera quantità di rifiuto secco residuo viene destinata ad impianti fuori provincia, prevalentemente per il recupero energetico. I costi di smaltimento variano a seconda della destinazione e della distanza degli impianti. Ad esempio, il conferimento presso il termovalorizzatore Ecocenter S.p.a. di Bolzano comporta un costo di 130 euro per tonnellata, mentre presso l’impianto REA Dalmine S.p.a. di Dalmine il costo è di 201 euro per tonnellata. Per l'anno 2024, il costo complessivo previsto per lo smaltimento del rifiuto secco residuo si aggira intorno agli 11 milioni di euro, mentre per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti è stimato un costo di 1,5 milioni di euro. “Nonostante i progressi nella raccolta differenziata, resterà sempre una parte di residuo che necessita di essere smaltita – avvisa Cia che conclude - è fondamentale riflettere sull’opportunità di dotarsi di un impianto locale, che possa trattare i rifiuti in modo economicamente sostenibile e con tecnologie moderne che minimizzano l’impatto ambientale”