Tasse ambientali e polizza catastrofale. Per la CGIA di Mestre si tratta del doppio pagamento della protezione ambientale: uno con le imposte allo Stato centrale e agli enti locali e il secondo tramite la stipula di una polizza con le compagnie assicurative private. Sarebbe questo il risultato dell’obbligo previsto dall’inizio del prossimo anno per tutte le imprese private a stipulare una polizza catastrofale contro i danni provocati da terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni sebbene ogni anno queste realtà paghino 21 miliardi di euro di imposte ambientali. Per il Trentino Alto Adige parliamo di una cifra attorno agli 800milioni l’anno mentre sono circa 57mila le imprese trentine che saranno obbligate alla polizza. Secondo la CGIA le imposte ambientali, in crescita negli ultimi anni, dovrebbero essere utilizzate in opere di prevenzione, e se è vero che i sostegni statali sono soggetti a tempi biblici, allora il passaggio alle assicurazioni, più veloci nei rimborsi, dovrebbe accompagnarsi a una riduzione progressiva delle imposte ambientali. Dei 21 miliardi di euro di tali imposte versati dalle imprese private nel 2022 in tutta Italia, i settori più “tartassati” sono quelli energivori con 5 miliardi di euro, le imprese manifatturiere con 5 e i trasporti con 3 miliardi. Il gettito ascrivibile a questi tre settori incide sull’importo totale per il 63,7 per cento. Se al carico fiscale in capo alle aziende aggiungiamo anche quello delle famiglie, in Italia il gettito complessivo nel 2023 è stato pari a 54 miliardi di euro. Tra i 27 Paesi dell’UE solo la Germania ha registrato un importo complessivo maggiore del nostro e pari a 71 miliardi di euro