Disposta l’ispezione cadaverica esterna sui corpi di madre e figlio ucraino trovati morti in fondo al Garda, probabilmente annegati. Un caso che ha commosso ben oltre i confini regionali. La storia di Hanna Shabratska e suo figlio Oleksiy sembrava aver avuto un lieto fine. Il contatto con il Trentino inizia con una storia d'amore tra Hanna e Mauro Mariotti, iniziata con un fitto scambio a distanza - quasi una corrispondenza romantica d’altri tempi anche se mediata dalla modernità di una videochiamata. Nel 2022 il trasferimento in Italia: Hanna Shabratscka, 52enne, era finalmente fuggita dalla guerra e viveva con il nuovo compagno, aveva avviato una attività di pulizie mentre il figlio 19enne doveva cominciare tra qualche giorno a lavorare in un negozio di riparazioni elettroniche. Martedì madre e figlio erano usciti per andare a fare il bagno al lago. Il mezzo pubblico fino a riva del Garda, quella foto mandata al cellulare di Mauro Matteotti in cui erano pronti per la giornata di sole. Poi il silenzio, la ricerca disperata, il ritrovamento degli effetti personali in spiaggia, le videocamere di sicurezza che li immortalano per l’ultima volta alle 11.20. Ore dopo l'amara conferma di quello che era sembrata subito una bella giornata finita in tragedia. I corpi dei due ucraini sono stati trovati senza vita in fondo al lago, a 15 metri dalla riva e a 18 metri di profondità, fra Punta Lido e Spiaggia dei Sabbioni. Hanna aveva lavorato all’Albergo Aurora, a Parrocchia di Vallarsa. La proprietaria non vuole apparire ma dice di ricordarsi di lei come di una persona per bene. Come in tutte le piccole comunità tutti conoscevano la storia dei due Ucraini e quella di Mariotti, anche se non era originario della Vallarsa e la commozione è tanta, per due persone scappate alla guerra e morte dopo aver trovato un luogo in cui ricominciare a vivere. Disposta intanto l'ispezione cadaverica esterna sui loro corpi. Degli esiti dell'ispezione, che dovrebbero arrivare fra un paio di giorni, verrà informata la procura di Rovereto.