“Non lasciamoci rubare la vita da chi si presenta con un ego spropositato e dice che lui salverà il mondo”. Sono le parole dell’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi che ha celebrato la messa per la festa di san Romedio, nel santuario eretto in memoria dell’eremita sullo sperone roccioso sopra Sanzeno, in val di Non. Migliaia i pellegrini saliti all’eremo – dopo i novecento in cammino nella notte– per le Messe e per consumare il tradizionale pasto del pellegrino, a base delle tradizionali trippe preparate dagli alpini volontari. Ad aprire la liturgia eucaristica concelebrata dai parroci delle valli del Noce e animata dal coro parrocchiale di Tassullo, il saluto del priore del santuario e parroco di Sanzeno padre Bortolino Maistrelli. Nell’omelia, don Lauro ha descritto i tratti della speranza, al centro anche del Giubileo. E poi l’appello “Indigniamoci davanti ai grandi abitati dalla violenza e dalla bramosia del potere” ha detto l’arcivescovo. “Sento il dovere di indignarmi per le parole che i grandi di questo momento vanno talora dicendo, con la loro forza economica e mediatica. Si impongono e tristemente ottengono anche il nostro consenso. Romedio, apri i nostri occhi – ha invocato don Lauro - a volte ci lasciamo incantare da questi serpenti a sonagli con l’ego debordante”. “Apriamo gli occhi – ha concluso - non lasciamoci rubare la speranza, che è Cristo Gesù che ti dice: solo l’amore rimane, tutto il resto passa”.