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Il ritiro dei ghiacciai: la ricerca su Nature

Domenica 04 Agosto - 06:57

La colonizzazione e l’interazione di microrganismi, di flora e di fauna a seguito del ritiro dei ghiacciai segue una dinamica simile in tutto il mondo, nonostante i ghiacciai siano dislocati in aree completamente diverse del Pianeta: è la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricerca della Statale di Milano, che ha utilizzato approcci innovativi basati su tecniche di DNA ambientale. La ricerca è stata coordinata da Francesco Ficetola, docente di Zoologia del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università Statale di Milano, ed è stata pubblicata su Nature. Negli ultimi 10 anni un team internazionale guidato da ricercatrici e ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, che ha visto il contributo anche di Mauro Gobbi, ricercatore dell’Ambito Clima ed Ecologia del MUSE di Trento, ha raggiunto aree di tutto il mondo in cui i ghiacciai si stanno ritirando, dalle Alpi all’Himalaya, dalle Ande fino all’Artico, raccogliendo oltre 1200 campioni di suolo in prossimità di cinquanta ghiacciai, e li hanno portati in laboratorio per studiare il suolo e la biodiversità ad esso associata. In Trentino, in particolare, sono stati forniti e analizzati campioni e dati provenienti dai ghiacciai di Vedretta d’Amola, in Presanella, e di Vedretta d’Agola, nelle Dolomiti di Brenta. Tramite innovativi approcci basati sul DNA ambientale, i ricercatori sono riusciti per la prima volta ad analizzare in modo esaustivo tutti gli organismi che vivono in queste aree. I micro-organismi possono sviluppare comunità singolarmente ricche anche subito dopo il ritiro dei ghiacciai. Basta una decina d’anni per la colonizzazione delle piante, che a loro volta facilitano l’arrivo degli animali.

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