Discriminazioni sottili, a volte persino inconsapevoli, che comunicano esclusione o svalutazione e che possono colpire genere, etnia, disabilità, identità sessuale, età o classe sociale. Sono le microaggressioni verbali, presenti al lavoro, scuola, famiglia e i più diversi contesti sociali. Contrastarle non è una questione di forma, ma di sostanza: significa difendere la dignità, il rispetto e le pari opportunità. Prosegue in questa direzione il progetto “Le libere professioni in rete contro la violenza di genere”, promosso dal Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Trento e dal Centro Psicologia e Psicoterapia integrata di Trento, nell’ambito del tavolo d’ambito Gipro. Il quinto incontro del percorso è stato dedicato proprio al linguaggio: “Le parole: veicolo o barriera della violenza di genere”, occasione in cui sono state presentate le nuove Linee Guida sulle microaggressioni nel settore giuridico e negli studi legali, uno strumento pensato però per tutti i contesti professionali e sociali. Presenti, tra gli altri, Stefania Cavagnoli, docente di linguistica e componente esperta di CPO, e Valeria Parolari, avvocata e presidente del comitato per le Pari Opportunità dell’ordine degli Avvocati di Trento. L’incontro ha visto un intervento prezioso: quello dell’avvocata e attivista Cathy La Torre, per riflettere su come il linguaggio debba necessariamente evolvere.