A Montevaccino il caso dell’antenna per la telefonia mobile 5g è una ferita aperta. Il Comitato anti antenna, dopo il ricorso al Tar, aveva lanciato un appello alle istituzioni. Un appello che si è tradotto con una serata/sopralluogo del sindaco invitato dal gruppo delle 25 famiglie coalizzatesi contro l’installazione. Una serata dai toni accesi, in primo piano la salute dei minori e degli anziani che vivono a pochi metri da quell’antenna che è sorta all’insaputa dei residenti, come anche della circoscrizione in un’area di pregio all’interno del Parco dell’Argentario. Il primo cittadino se ne è accorto troppo tardi, apprendendo la notizia dalle testate giornalistiche, questo il mea culpa di Ianeselli. Comune e Provincia si sono rimbalzati la patata bollente, sottovalutando la questione che il consigliere provinciale Filippo Degasperi un anno fa con un’interrogazione aveva portato alla luce. A parlarne è proprio Degasperi presente alla serata. Forse la costruzione di quell’ecomostro di 22 metri, una struttura visibile a chilometri di distanza in mezzo a un’area paesaggistica di pregio e a ridosso delle abitazion, si poteva evitare. Se il Comune si è svegliato tardi, solo in previsione delle amministrative – evidenzia Degasperi - la Provincia addirittura rema contro i cittadini di Montevaccino. Ancora pochi giorni e il Tar si pronuncerà in merito a questa vicenda giudiziaria. Nel frattempo a Ianeselli va l’appello di una Comunità, quella di Montevaccino: "l’antenna della discordia venga spostata".