"Ho sentito dei rumori intorno alle 1.30 di notte e mi sono svegliato. Ho sentito solo dei forti rumori e dei colpi. Poi verso le 2 calma piatta...". A parlare è Mirko, un giovane che abita da poco più di due mesi al civico 4 di via Frecce Tricolori a Mezzolombardo. Lo stabile in cui uno studente di appena 19 anni, Bojan Panic, ha accoltellato a morte il padre Simeun, nel cuore della scorsa notte. La vittima, muratore di origine bosniaca, aveva 46 anni. In base a quanto avrebbe riferito lo stesso Bojan nel suo interrogatorio davanti alla pm Patrizia Foiera, il suo sarebbe stato un gesto disperato, per difendere la madre Mica dai continui maltrattamenti del compagno. Mirko non avrebbe mai immaginato che sarebbe diventato testimone di una tragedia domestica che ha scosso dal profondo tutta la comunità locale. Come Mirko, anche Salvatore, conoscente di Bojan, è rimasto sconvolto dal dramma familiare che si è consumato nella cittadina alle porte di Trento: "Sono passato stanotte intorno alle 3.30, c'erano le ambulanze... - ha raccontato ai microfoni - ho visto la madre: si vedeva che era scossa". La famiglia Panic si era trasferita in Trentino Alto Adige da circa dieci anni, aveva abitato inizialmente na Laives, in provincia di Bolzano, prima di stabilirsi a Mezzolombardo. Pare che la madre del 19enne non abbia mai sporto denuncia contro il compagno per violenze in ambito domestico. Ma gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire i dettagli della triste vicenda, ancora non del tutto chiari. Agli inquirenti Bojan avrebbe raccontato anche di essere rimasto accanto al corpo senza vita del padre, in attesa dei soccorsi, nel tentativo di rianimarlo dopo i fendenti mortali. Il ragazzo si trova al momento in stato di fermo. L’accusa è di omicidio volontario.