Foto intime di donne, rubate o ripubblicate senza consenso su siti e community online, con tanto di commenti sessisti e volgari. È la cosiddetta la zona grigia del revenge porn. Dove l’anonimato degli utenti diventa garanzia d’impunità. Il problema in Italia esiste da anni, ma le Procure hanno iniziato a muoversi con decisione solo da poche settimane. In primis con la chiusura del gruppo Facebook “Mia Moglie”, dove più 30mila utenti pubblicavano foto e screenshot di mogli, fidanzate, ex partner, suocere. A volte perfino delle proprie figlie. Vittime inconsapevoli di una mercificazione del proprio corpo. La stessa ondata sessista ha travolto migliaia di donne su un altro forum online, di recente chiuso dalla polizia postale, ma soltanto a luglio 2025 il sito aveva registrato il passaggio di oltre 12mila utenti. E tra le sue pagine ospitava anche scatti intimi di personaggi pubblici, come la premier Giorgia Meloni, l’influencer Chiara Ferragni, le cantanti Paola e Chiara e alcune giornaliste del Tg1. In Trentino ancora nessun dato preciso sul numero di vittime e denunce sporte, ma il caso è sotto la lente della commissione provinciale per le pari opportunità. Il consiglio della vicepresidente Mara Rinner, è sempre quello di denunciare.