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Stava, 39 anni dopo

Venerdì 19 Luglio - 08:47

Sono passati quasi 40 anni. Era il 19 luglio del 1985, un venerdì anche 39 anni fa. A Stava a monte di Tesero in val di Fiemme, passate da poco le 12.20, famiglie e turisti sono a tavola, quelli che hanno affittato casa e quelli che sono negli alberghi, pieni: l’“Erica” con 45 ospiti, il “Genzianella Miramonti” affittato alle Acli di Milano con 54 e lo “Stava” con 38. È allora che un colata di fango e detriti si abbatte sulla val di Stava, una massa di 180 mila metri cubi di materiale che scende a 90km orari, ingrandendosi nella corsa e trascinando qualsiasi cosa incontri distruggendo edifici, sradicando alberi, demolendo ponti e uccidendo 268 persone. Quello che rimane, dopo 6 minuti, quando finisce tutto nel greto dell’Avisio, è uno strato di fango tra i 20 e i 40 centimetri che seppellisce un’area di 435 mila metri quadrati. La giustizia chiude il caso anni dopo con 10 condanne e 133 milioni di euro di risarcimento da parte delle industrie che gestirono i bacini di decantazione della miniera di fluorite a Prestavel da cui partì il crollo e l’onda di fango. Nel 2025, quando saranno passati 40 anni, per la Fondazione Stava 1985 onlus sarà occasione per proporre una riflessione sui disastri industriali, il profitto, l’ambiente e i rischi delle attività economiche. Nel 2024 ancora il ricordo, con la messa al cimitero della chiesa di San Leonardo di Tesero.

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