
3 luglio 2022, ore 13.45 circa. Un enorme blocco di ghiaccio si stacca dalla parte superiore del ghiaccio della Marmolada ed inizia una tragica discesa, che porta con sé anche blocchi di pietre e rocce di varie dimensioni, lunga 500 metri ad una velocità che raggiunge i 300 km orari. L’enorme massa di materiale e ghiaccio travolge anche almeno due cordate di alpinisti che stavano risalendo verso la cima del ghiacciaio, lungo il tratto che da Pian dei Fiacconi porta a Punta Penia. Il dispiegamento di uomini e di mezzi, da lì a qualche decina di minuti si fa man mano sempre più grande, la notizia fa il giro d’Italia e non solo. I primi tentativi di intervento non vanno a buon fine causa il rischio che altri distacchi di ghiaccio e roccia possano travolgere i soccorritori arrivati sul posto in cerca delle persone travolte dall’enorme valanga. Serve prima un intervento dall’alto per rimuovere eventuali pericoli attraverso un sistema che utilizza un sistema che provoca spostamenti d’aria utili a rimuovere le masse pericolanti. Inizia poi una lunga e pietosa operazione di ricerca che durerà diversi giorni e che porterà a contare, nella camera mortuaria allestita per l’emergenza presso il palaghiaccio di Canazei, 11 morti e 8 feriti. Le vittime furono sette vicentini, tra cui due guide alpine, una trentina, un trevigiano e due alpinisti cechi: Filippo Bari, Liliana Bertoldi, Paolo Dani, Erica Campagnaro, Davide Miotti, Manuel Piran, Tomasso Carollo, Gianmarco Gallina, Nicolò Zavatta, Pavel Dana e Martin Ouda. Nelle giornate del dramma saliranno a Canazei i governatori di Trentino, Alto Adige e Veneto Fugatti, Kompatscher e Zaia, il capo dello Stato Mattarella, il presidente del Consiglio Mario Draghi e la presidente del Senato Alberti Casellati. Nei giorni immediatamente precedenti il dramma, le temperature sul ghiacciaio avevano superato lo 0 anche di 10 gradi.