Visite urgenti prescritte dai medici di base calate del 17% rispetto al 2022, e oggi più vicine all’obiettivo di riduzione del 30%. Un traguardo che la Provincia si è prefissato per snellire le liste d’attesa, spina nel fianco della sanità trentina dal dopo Covid in poi. Tra le misure introdotte, un incentivo fino a 2.500 euro l’anno per i medici che limitano le urgenze di almeno il 10%. Un metodo ormai diffuso. “Il fine – commentano i medici – deve essere quello dell’appropriatezza, sia nel pubblico che nel privato”. I cittadini non devono preoccuparsi: è il medico a dover capire se si ha bisogno o meno di una prestazione, e non bisogna affidarsi a internet o meno ancora all’intelligenza artificiale.